La misurazione della pressione arteriosa è un test estremamente facile che si può effettuare in ogni momento e ovunque, a patto che si disponga di una strumentazione dedicata.
Serve sostanzialmente a valutare la forza esercitata dal sangue contro le pareti dei vasi arteriosi di cui è composto il sistema cardiocircolatorio, dando un’indicazione di massima sulla potenza di pompaggio del cuore e sulla resistenza opposta al circolo del flusso sanguigno dai vasi o dalla loro più o meno ridotta elasticità.
Il monitoraggio della pressione arteriosa, considerata un parametro vitale di estrema importanza, è particolarmente indicato per tenere sotto controllo condizioni di ipo o ipertensione, in modo da intervenire tempestivamente laddove il medico reputi più opportuno.
Valori e parametri di riferimento
Cosa vuol dire pressione minima e massima? Perché si valutano tutt’e due?
Per capire meglio a cosa serva la misurazione della pressione arteriosa, bisogna considerare la fisiologia del sistema cardio circolatorio.
Ogni qualvolta il cuore si contrae – sistole – viene messa in circolo una quantità di sangue tale da distendere le pareti dell’aorta e delle altre arterie che si dilatano al passaggio del flusso. È questo il momento di massimo sforzo e quindi di pressione più elevata e si parla di pressione massima o sistolica. Quando invece il cuore si distende – diastole -, riempiendosi di sangue venoso, i vasi arteriosi si contraggono per poter distribuire il sangue agli organi e alla periferia. In questo momento si parla invece di pressione minima o diastolica.
Solitamente quando si procede al monitoraggio della pressione si ottengono proprio questi due risultati, perché il loro rapporto può fornire utili informazioni sulla salute del sistema circolatorio.
I valori ottimali a riposo della pressione sono di 115-120 mmHg per la massima e di 75-80 mmHg per la minima. Questi valori, infatti, indicano una buona elasticità dei vasi e l’assenza di ostruzioni o riduzioni di lume degli stessi che potrebbero alterare la circolazione del sangue e quindi la distribuzione di nutrienti e ossigeno all’organismo.
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Ipertensione e ipotensione
In presenza di risultati fuori da questo range di valori si può parlare di:
- ipertensione, o pressione alta: con valori superiori ai 90 mmHg di minima e 140 mmHG di massima. Poiché nella maggior parte dei casi l’ipertensione non dà particolari sintomi se non nei casi più gravi, è bene controllare la pressione per scongiurare la rottura dei vasi o l’insorgere di patologie del miocardio, dei reni, dei vasi e del cervello.
- ipotensione, o pressione bassa: con valori inferiori a 100 mmHg si è in presenza di ipotensione, causa di affaticamento, vertigini e svenimenti. È una condizione meno pericolosa dell’ipertensione, ma può diventare un problema se la quantità di ossigeno ricevuta dal cervello non è sufficiente.
Quali sono gli strumenti per misurare la pressione?
La pressione arteriosa viene per lo più misurata sull’arteria omerale del braccio.
Il dispositivo più comune per il test è lo sfigmomanometro, invenzione di Scipione Riva-Rocci, che risale alla fine dell’Ottocento. Esso consiste in un manicotto di tessuto che contiene una camera ad aria, collegata a una pompetta e a una sorta di barometro o manometro, costituito da una colonna graduata all’interno della quale un liquido si dilata in base alla pressione ricevuta – i primi modelli erano in mercurio, ma oggi sul mercato sono stati rimpiazzati da strumenti più precisi e del tutto non tossici.
L’uso del solo sfigmomanometro è destinato al rilevamento della pressione sistolica, mentre se a esso si abbina lo stetoscopio si può valutare anche la pressione arteriosa diastolica.
Oggi tuttavia si preferiscono strumenti digitali che svolgono la funzione di rilevamento della pressione associata a quella del battito cardiaco. Non bisogna dimenticare però che sarà il medico a dover interpretare le misure ottenute e indicare se necessaria una terapia per la gestione della pressione.
Quando e come si misura la pressione
Il controllo della pressione arteriosa dovrebbe essere una buona prassi da annoverare nella vita di tutti fin da giovani, perché le variazioni di questo fondamentale parametro vitale sono indici rilevanti dello stato di salute del soggetto.
Per far sì che la misurazione sia il più possibile fededegna, sarebbe auspicabile prenderla almeno due volte a settimana, sempre alla stessa ora e osservando alcune piccole indicazioni.
Quando si procede al monitoraggio, infatti, bisogna trovarsi in una posizione di riposo comoda, seduti o sdraiati, senza indumenti che stringano il braccio che deve essere appoggiato su un piano orizzontale all’altezza del cuore. Bisogna anche evitare situazioni di stress e distrazioni, concedendosi qualche minuto di pausa prima della misurazione in modo da normalizzare il flusso sanguigno.
Possono influire sul rilevamento anche l’assunzione di caffè, thé, alcol, fumo o sostanze che accelerino o decelerino il battito cardiaco, come farmaci e droghe, pratiche sportive intense e prolungate e la gravidanza.
Infermieri a domicilio per la misurazione della pressione
Sebbene sia una pratica facile e veloce, che può essere effettuata da chiunque, la misurazione della pressione arteriosa può richiedere una certa perizia, soprattutto in casi particolari, ad esempio in pazienti diabetici o geriatrici.
A Roma i servizi infermieristici di assistenza domiciliare forniti da For Life Emergenza includono sempre la rilevazione dei parametri vitali come appunto la pressione.
Per ogni evenienza, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24: 06 86 976 146 o www.emergenzaforlife.it