Classificazione di Ehrenwerth: come si stabiliscono le classi di rischio del trasporto pazienti

Classificazione di Eherenwerth

Il trasporto interospedaliero di un paziente comporta un rischio per la sua incolumità e per la sua condizione medica: per limitare al massimo il sopraggiungere di criticità durante questa fase, esistono numerosi protocolli e linee guida da seguire, tra cui la classificazione di Ehrenwerth adottata in larga misura anche in Italia.

Ideata dall’anestesista Jan Ehrenwerth nel 1986, questa classificazione fornisce uno schema di massima che stabilisce il tipo di equipaggiamento e le figure sanitarie che devono accompagnare il paziente nel trasporto secondario, in base alle sue condizioni di salute.

Lo studio di Ehrenwerth

Pubblicato nel 1986 sulla rivista Critical Care Medicine, lo studio Transport of critically ill adults si basava sull’osservazione di 204 trasporti di pazienti critici all’ospedale Standford Medical Center, sia via aerea che su strada, messi in atto da un team apposito del nosocomio che si recava nelle strutture periferiche per stabilizzare i pazienti e per portarli nella sede principale.

Dalle indagini svolte, emerse che, grazie all’opportuno monitoraggio e alla specializzazione nel trasporto di questa equipe di terapia intensiva dedicata al trasferimento, i rischi di decesso o di peggioramento del quadro fisiopatologico dei pazienti veniva, se non azzerato, ridotto al minimo.

Da allora la classificazione di Ehrenwerth è stata rimodulata e aggiornata anche a fronte della disponibilità di nuove tecnologie e procedure per i trasporti secondari, ma rimane un punto di riferimento nelle normative di questo ambito sanitario.

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I criteri di rischio della classificazione di Ehrenwerth

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Tabella della classificazione di Ehrenwerth secondo lo studio del 1986

Come abbiamo detto, il trasferimento di un paziente da una struttura sanitaria all’altra può presentare rischi considerevoli nello status fisiologico dell’infermo, poiché prevede una sospensione, pur temporanea, del monitoraggio assicurato dagli strumenti presenti in ospedale.

Per limitare i danni che potrebbero incorrere nel trasporto, Ehrenwerth ha individuato quattro livelli di gravità, a cui corrisponde l’impiego di determinati supporti medici e l’intervento di personale idoneo all’assistenza del paziente durante la movimentazione.

I fattori in base ai quali è suddivisa la classificazione da tenere in considerazione durante il viaggio sono:

  • la stabilità emodinamica del paziente
  • la necessità di monitoraggio invasivo
  • il bisogno di un supporto ventilatorio
  • l’esigenza di un supporto farmacologico

Il personale per il trasporto del paziente critico

Una volta identificata la classe di appartenenza del paziente, ne consegue l’accompagnamento da parte di figure professionali diverse sull’automezzo e fino al luogo di destinazione.

Bisogna sottolineare che ogni struttura valuta differentemente l’assegnazione della classe di rischio del paziente, adottando di volta in volta soluzioni che possono differire sensibilmente dalla regola standard. Uno dei parametri che variano maggiormente, poi, è il rischio evolutivo di alcune patologie che determina un accresciuto livello di guardia nello spostare il paziente.

In linea generale, solitamente a bordo dell’autoambulanza si troverà un pilota – personale non sanitario -, un infermiere, a partire dalla classe di Ehrenwerth II, mentre per le classi più gravi è sempre indispensabile la presenza di un medico: è il caso di pazienti intubati, tracheostomizzati, o che necessitano della somministrazione di farmaci salvavita o, ancora, con la necessità di avere un monitoraggio e un supporto vitale di tipo invasivo.

Trasporti secondari in ambulanza a Roma

Salvo urgenze ospedaliere, il trasferimento dei pazienti può essere affidato a servizi privati che assicurano un livello di attenzione al paziente elevatissimo, potendo contare su personale qualificato e su strumentazioni all’avanguardia.

A Roma, Emergenza For Life dispone di una flotta di autoambulanze e automediche preposte a questo tipo di situazioni, mettendo in campo la professionalità e l’esperienza di un team specializzato nella mobilizzazione dei pazienti, anche critici.

Per ogni necessità, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7: www.emergenzaforlife.it o telefono 06 86 976 146.

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