L’azotemia, come suggerisce il nome, è un indice che misura la quantità di azoto totale non proteico disciolto nel sangue e serve a valutare la funzionalità dei reni.
Viene solitamente prescritta con le analisi di routine sia attraverso un prelievo ematico che con le analisi delle urine, come screening di base sulla condizione di salute dell’apparato escretore.
Azotemia e urea
L’esame dell’azotemia è un parametro laboratoriale che valuta il livello di concentrazione sanguigna di azoto dosando la quantità di un metabolita, l’urea, ivi presente.
L’urea è una scoria azotata, prodotto del catabolismo delle proteine ad opera del fegato, che in circostanze non patologiche risulta del tutto innocua per l’organismo, venendo interamente filtrata dai glomeruli renali, addetti alla depurazione del sangue ed espulsa tramite le urine. Essa rappresenta all’incirca il 90% dell’azoto urinario di un soggetto adulto.
Il tasso sanguigno di urea riflette quindi lo stato di funzionamento, di velocità e di efficienza dei reni, organi preposti allo smaltimento delle sostanze di scarto, come per l’appunto l’urea.
I valori normali di azotemia si situano tra 0,15 e 0,45 g/l, con alcune variazioni in base all’età, al sesso, ai livelli di idratazione dell’individuo, allo stato di gravidanza e agli apporti alimentari.
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Come si effettua l’analisi?
L’esame dell’azotemia si effettua su un campione di sangue venoso, prelevato con apposita siringa sterile, o, in certi casi, direttamente sulle urine: i due esami insieme, infatti, permettono di avere una panoramica globale della capacità renale del soggetto, facendo un rapporto tra urea sanguigna e azoto urinario.
Il prelievo ematico può essere effettuato anche non a digiuno, così come la raccolta delle urine, che solitamente deve essere fatta più volte nell’arco di 24 ore.
Quando si prescrive l’azotemia?
Il dosaggio dell’urea è prescritto, come abbiamo detto, per valutare la funzionalità dei reni, soprattutto quando sussiste il sospetto di un’insufficienza renale o in presenza di patologie specifiche quali il diabete e malattie del miocardio, ma anche quando si riferiscono dolori lombari che potrebbero indicare una natura non muscolare o ossea.
Spesso associata con il dosaggio di creatinina, l’azotemia si prescrive anche prima di iniziare terapie farmacologiche che potrebbero interferire con la capacità renale, o per valutare gli effetti della dialisi in caso di insufficienze renali conclamate.
Azotemia alta e azotemia bassa: cosa indicano?
Valori di azotemia fuori dalla norma indicano una sofferenza dei reni.
In particolare se si riscontra un tasso elevato di urea sanguigna, iperazotemia, può essere indice di una malattia a carico di questi organi, come la glomerulonefrite, la pielonefrite, l’ischemia, i calcoli renali, ma anche di altre patologie, come la sindrome emolitico-uremica (specialmente nei bambini), emorragie gastro-intestinali, ipercatabolismo, insufficienza cardiaca o semplicemente di condizioni di disidratazione, di gravidanza o di eccessivo apporto proteico.
I casi di azotemia bassa, ipoazotemia, si riscontrano per lo più in presenza di patologie a carico del fegato, quali insufficienze epatiche, tumori, epatite tossica – specie in caso di alcolismo o di avvelenamento per esposizione a sostanze chimiche -, o associata a grave malnutrizione, avvelenamento e nefrosi.
Come migliorare la salute dei reni e mantenere sotto controllo l’azotemia
Per mantenere livelli ottimali di azotemia è fortemente raccomandato seguire uno stile di vita sano ed equilibrato.
Astenersi dal consumo di alcolici, fumo e sostanze tossiche per l’organismo, evitare i regimi alimentari iperproteici o chetogenici, bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, sono piccole accortezze di facile messa in atto che prevengono l’insorgere di complicazioni a carico di reni e fegato.
Azotemia a casa, come farla
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