Il clistere (detto anche clisma o enema) è una pratica che prevede l’inserimento di soluzioni liquide (in genere di natura medica) nel retto e nel colon attraverso un tubicino. Naturalmente non esiste un unico clistere e ognuno ha una finalità diversa a seconda della patologie. Il mercato è ricco di clisteri e di sostanze che possono alleviare sintomi e dolori. La scelta è sempre del medico (che lo prescrive in base a un determinato quadro clinico).
Quando fare il clistere
Possono essere davvero molte le motivazioni che inducono un medico a prescrivere un clistere. Le più frequenti sono: irregolarità intestinali, irritazioni della mucosa intestinale, preparazione a un intervento o la presenza di fecalomi. Il colon intasato è infatti una patologia molto comune causata da stanchezza, depressione, disturbi della concentrazione, perdita di vitalità, stati di paura, indebolimento del sistema immunitario, predisposizione alle infezioni, malattie reumatiche, emicranie, ipertensione, allergie, carichi epatici, stipsi, meteorismo, diarrea, disbiosi, colon irritabile, emorroidi e diverticolosi.
In tutti questi casi, è consigliabile fare un clistere. Ci sonno soltanto due casi in cui è sconsigliabile praticarlo: in caso di ileo paralitico e in caso di ostruzione del colon. Per ileo paralitico si intende una occlusione intestinale che non è causata da un ostacolo ma da una paralisi transitoria della muscolatura dell’intestino. In caso di ostruzione del colon invece, non è consigliabile perché può causare perforazione o emorragia.
Quali tipi di clisteri esistono
L’intestino è uno degli organi più importanti del nostro organismo e se non funziona bene, può causare danni importanti. Per questo motivo, è importante scegliere il clistere adeguato ai sintomi. Il clistere più utilizzato è quello lassativo a base di acqua tiepida. Questo viene usato per la sua azione evacuante in caso di stitichezza. Di solito si usa la glicerina, ma spesso vengono aggiunti anche 3-4 cucchiai di olio d’oliva o altre sostanze purganti come il sapone.
Il clistere evacuativo è utilizzato anche nella preparazione a un esame intestinale o un intervento chirurgico. In questo caso di combinano lassativi e medicinali veri e propri. Per preparare la colonscopia bisogna effettuare uno o due clisteri con Sorbiclis ® o Macrolax ®. Altri tipi di clisteri sono quelli terapeutici a base di soluzioni medicamentose (clistere terapeutico) che vengono impiegati per introdurre farmaci ad azione sistemica o locale (come i corticosteroidi o mesalazina nel trattamento della proctite ulcerosa).
Un ultimo tipo di clistere è quello diagnostico: il principio utilizzato è il solfato di bario e viene impiegato per l’esame radiografico del colon (il bario è opaco ai raggi X e consente di osservare le pareti dell’intestino crasso). Negli ultimi tempi ha preso piede anche l’idrocolonterapia: anche in assenza di una reale esigenza organica, questa pratica favorisce uno stato di benessere generale.
Differenza tra clistere ed enteroclisma
Clistere ed enteroclisma sono due cose diverse: il clistere è una pompetta con una concentrazione di acqua molto bassa e viene utilizzato per chi ha necessità di risolvere un disturbo molto lieve. L’enteroclisma invece è un kit che si può comprare in farmacia (costo massimo 6 euro) e che contiene una sacca di due litri connessa a una canna flessibile e dotata di rubinetto all’estremità distale, di una cannula rettale (per il lavaggio del colon) e una cannula vaginale (per il lavaggio vaginale). Va effettuato solo a digestione ultimata.
La pratica dei clisteri ha preso piede anche in ambito domestico. La soluzione impiegata dev’essere possibilmente sterile proprio per evitare il rischio di introdurre germi patogeni nel colon. Le soluzioni acquistabili in farmacia hanno più o meno la stessa osmolarità del plasma e ciò limita il pericolo di irritazioni e l’eccessiva diluizione del mezzo interno (spesso sono predosate). Nei bambini le quantità vanno adattate in relazione alla taglia (un’indicazione approssimativa è di 30 ml per ogni anno di età).
Come si fa un clistere
La posizione ideale per somministrare un clistere è quella del fianco sinistro con le gambe affiancate e le ginocchia che devono risalire in alto verso il petto. In questa posizione si inizia ad iniettare parte del clistere. La somministrazione di un clistere a domicilio non cambia molto se il cliente si trova a casa o in contesto ospedaliero. Le azioni da fare per effettuare clistere a domicilio sono queste (in ospedale, la pratica è pressoché simile e le uniche differenze stanno nel massaggio sulla zona del ventre).
- togliere il tappo a vite e se necessario si avvita la cannula.
- lubrificare la cannula con qualche goccia della della soluzione evacuativa presente nel clistere.
- posizionarsi su un fianco sinistro e introdurre la cannula per 7 centimetri
- spremere il contenitore ed estrarre la cannula
- trattenere il liquido finché possibile (più o meno 5 minuti)
- evacuare
Consigli per la somministrazione a casa
Quando si fa un clistere a casa, bisogna rispettare una serie di norme igieniche e di buone pratiche. Innanzitutto bisogna utilizzare solo clisteri, perette e microclismi in modo occasionale per evitare che il nostro corpo si abitui. Per evitare di dover ricorrere in maniera costante bisogna consumare fibra, bere molta acqua e svolgere attività fisica con regolarità. Ad ogni modo, per favorire l’evacuazione nel miglior modo possibile è necessario seguire alcune regole ben precise:
- non mangiare nei trenta minuti precedenti alla somministrazione
- essere vicino a bagno
- sdraiarsi sopra un telo igienizzato (da lavare subito dopo)
- rispettare in maniera precisa le indicazioni della confezione
- non prendere impegni per l’ora successiva
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