Prima di chiedersi come è fatta una ambulanza, bisogna capire la sua utilità. L’ambulanza è un mezzo di primo soccorso che deve rispondere necessariamente a standard molto dettagliati che vengono definiti a livello regionale, nazionale e europeo. Queste normative vengono aggiornate in maniera costante e sono finalizzate all’ottimizzazione del processo di trasporto e di prima assistenza del paziente. Questo deve avvenire sempre nelle migliori condizioni di sicurezza possibili. La normativa di riferimento nazionale che definisce e regolamenta la tipologia di ambulanze è quella del Decreto Ministeriale n. 553 del 17 dicembre 1987, ovvero la “Normativa tecnica e amministrativa relativa alle autoambulanze”.
Questo decreto distingue due categorie ben precise di ambulanza. Esiste l’ambulanza di tipo A per il trasporto dei pazienti, attrezzata per il trasporto di pazienti non gravi, divisa a sua volta in A1 (adatta per il trasporto di un singolo paziente) e A2 (adatta per il trasporto di uno o più pazienti su barella), tipo B (autoambulanza per il pronto soccorso, per il servizio di emergenza e per il trasporto, il trattamento di base ed il monitoraggio dei pazienti gravi) e di tipo C (unità mobile di terapia intensiva, per il trasporto, il trattamento avanzato ed il monitoraggio dei pazienti gravi).
Le ambulanze in questione devono rispettare la normativa europea della sicurezza, il PrRN 1789 “Normativa sui veicoli medicali e loro equipaggiamenti–Autoambulanze”. Questo documento approfondisce in maniera meticolosa come è fatta una ambulanza e precisa i requisiti per la progettazione, i metodi di collaudo, le prestazioni e le dotazioni delle apparecchiature delle autoambulanze utilizzate per il trasporto e la cura dei pazienti.
Ognuna di queste ambulanze è dotata di un compartimento guida occupato dall’autista (e da un eventuale passeggero) e di un vano posteriore che deve essere occupato da infermiere e dal paziente.
Quale dotazione deve avere una ambulanza?
In ogni tipologia di ambulanza ci sono: estintori, torce, dispositivi acustici e luminosi di emergenza, dispositivi di protezione individuale (DPI) come guanti, mascherine e occhiali, aspiratore, barella e ossigeno. Inoltre, in queste ambulanze devono essere presenti i presidi per gestire in modo efficace le vie aeree (pallone autoespandibile e maschere di ossigeno di varie misure). Allo stesso modo, devono essere presenti quelli per gestire il paziente che ha subito un trauma (tavola spinale, barella a cucchiaio o di tipologia scoop e varie cinghie per l’immobilizzazione). Tutti questi materiali devono essere certificati e devono necessariamente rispondere alla normativa europea in termini di sicurezza. Oltre a questo materiale, ogni ambulanza può contenere ulteriori accessori che possono essere decisi a livello regionale.
Come è fatta una ambulanza: ecco le tipologie
L’ambulanza da trasporto (quella appartenente al tipo B) è quella adibita al trasporto di almeno una persona inferma in barella. Quest’ambulanza (che non è idonea in caso di eventi o manifestazioni) si compone esclusivamente della strumentazione di base sopracitata perché non è prevista alcuna evoluzione in chiave negativa delle condizioni cliniche dell’infermo. Queste ambulanze da trasporto inoltre possono essere dotate anche di termoculle per trasportare, per esempio, un bambino da un ospedale all’altro.
L’ambulanza di soccorso (appartenente al tipo A) invece, oltre a contenere la strumentazione di base delle ambulanze da trasporto, è dotata di tutte le attrezzature necessarie per monitorare le funzioni vitali dei pazienti: defibrillatore, ventilatore polmonare, monitor multiparametrico, cannule nasofaringee, maschere per ossigenoterapia, materiale per somministrare fluidi (aghi cannula, deflussori e soluzioni fisiologiche, glucosate, elettrolitiche e plasma-expanders).
Inoltre sono presenti alcuni materiali ad hoc suddivisi per categoria di trattamenti (amputazioni, ustioni, parto extraospedaliero) che consentono al personale di affrontare diverse tipologie di emergenze con del materiale già pronto all’uso. Su ogni ambulanza inoltre è presente uno zaino che contiene tutto il materiale che può essere rapidamente usato per strada o a casa del paziente. In linea di massima è composto da: aghi, cannula, infusioni, maschere facciali, pallone autoespandibile, garze, bende, disinfettanti, collari cervicali, termometro, glucometro, sfigmomanometro e saturimetro.
Come funziona la barella dell’ambulanza
Fra i presidi che si trovano sull’ambulanza, il più importante senza dubbio è la barella autocaricante, un dispositivo medico pensato per un trasporto di emergenza. Ha 4 gambe e ruote agili per raggiungere in modo agevole il luogo in cui si trova il paziente. In linea di massima, ha due posizioni possibili (una alta e una “a terra”). Le più performanti sono dotate anche di posizioni intermedie che facilitano il compito degli operatori.
La barella deve possedere uno schienale regolabile che consente di raggiungere tutte le posizioni (sia quella ortostatica, sia quella semiseduta). Anche il pianale posto ai piedi del paziente può essere sollevato per consentire il posizionamento di Trendellemburg. In termini di sicurezza, devono essere presenti le spondine laterali che consentono l’immobilizzazione del paziente e prevengono la caduta. Inoltre sono presenti cinture di sicurezza che vincolano 5 punti del corpo e che salvano il paziente in caso di brusca frenata o di accelerazione.
Ambulanza con medico o senza medico a bordo: cosa cambia?
Secondo la normativa vigente, nell’attività di soccorso pubblico, l’equipaggio dell’ambulanza deve essere composto da solo tre figure: l’autista soccorritore, il soccorritore e l’infermiere. La presenza del medico non è obbligatoria (D.P.R. 28 luglio 2000, n. 270).ed è strettamente connessa al codice di gravità assegnato al soccorso. Il medico in questo caso può decidere se salire sull’ambulanza o se lasciare che se ne occupi esclusivamente l’infermiere. Nel caso, può anche decidere di recarsi presso il luogo dell’intervento in autonomia con l’auto medica.
Anche l’equipaggio di una ambulanza privata deve avere necessariamente le stesse figure. Se le condizioni di partenza vengono definite stabili e non preoccupanti, sarà l’infermiere a prendersi cura del trasporto in totale autonomia. Nel caso invece in cui l’ambulanza trasporti un paziente in condizioni più preoccupanti, l’ambulanza arriverà con un medico a bordo specializzato in anestesia e rianimazione. L’unica differenza fra ambulanza pubblica e privata, insomma, sta nella presenza del medico a bordo: per quella pubblica, può giungere sul luogo in tempo reale, mentre per quella privata va concordato prima che parta.
Come è fatta una ambulanza per trasporto privato
Sono in molti a chiedersi la differenza tra ambulanza pubblica e ambulanza privata. Dal punto di vista pratico (come è fatta una ambulanza, dotazioni, personale di bordo) non esiste alcuna differenza. L’unica differenza è di carattere economico: l’ambulanza pubblica è a carico del sistema sanitario nazionale, mentre l’ambulanza privata è a carico del cittadino o dell’azienda privata che l’ha contattata. Se ti stai chiedendo quindi come è fatta una ambulanza privata, la risposta è semplice: è uguale a una ambulanza pubblica.
Quando si chiama un’ambulanza privata, il team elabora una strategia di assistenza al malato (o all’infermo) in base alle sue criticità. Nei viaggi di lunga distanza, anche se il paziente non presenta patologie che fanno pensare a cure di tipo intensivo, l’ambulanza privata mette a disposizione quasi sempre un infermiere perché soprattutto sulle lunghe percorrenze è preferibile avere a bordo una figura in grado di gestire situazioni di emergenza.
In altri casi invece si concorda la presenza del medico, che può essere sia generico sia specializzato (i più richiesti sono gli anestesisti rianimatori). Se invece il paziente non necessita di figure sanitarie (come nel caso di fratture o alle articolazioni), il paziente verrà gestito da un semplice soccorritore. Nel caso di trasferimento a lunga tratta quindi, il servizio di ambulanza privata consente di concordare le migliori condizioni di trasporto in base alle condizioni contingenti del soggetto che viene trasportato. I costi possono variare in base alla tipologia di ambulanza scelta, al chilometraggio e all’equipaggio scelto.
Ambulanza pediatrica: quali sono le caratteristiche
Prima di rispondere a come è fatta una ambulanza pediatrica, bisogna dire che non c’è alcuna differenza tra ambulanza pediatrica pubblica e ambulanza pediatrica privata. Sono i mezzi che vengono incontro alle necessità di soccorso dei neonati e bambini. Il loro trasporto si divide in due categorie: lo STAM (Sistema di Trasporto Emergenza Materno) quando il il bambino è nell’utero materno, lo STEN (Sistema di Trasporto Emergenza Neonatale) quando il bambino è già nato.
Nel caso dello STAM, si segue la classica normativa di riferimento. Nel caso dello STEN invece non si possono usare le classiche barelle ma quelle dotate di 4 ruote piroettanti e una sorta di interfaccia certificata per l’aggancio del carrello. Sopra di essa verrà fissata una termoculla incubatrice (dotata di tutte le apparecchiature di supporto). Lo scopo è evitare la dispersione di calore del neonato e monitorare costantemente i parametri. Le dotazioni interne possono variare in base all’età del bambino e sono calcolate dalla neo-natalità fino a un’età adolescenziale di circa 15 anni, quando la crescita in altezza tende ad arrestarsi.
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